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Argolide e isole “Argosaroniche”
SOMMARIO
Intro
Speciale Argolide o Argolide speciale, perché ci troviamo in
un'area piuttosto ridotta del Peloponneso che contiene tre eccellenze:
natura, mare e storia. Natura, perché viaggiando per le sue strade
panoramiche non possiamo che apprezzare un patrimonio che la
contaminazione del genere umano non ha ancora compromesso. Mare, perché
l'Egeo, con appresso le sue meravigliose isolette, circondano questa
penisola, offrendo scenari incantevoli e varietà di spiagge e lidi.
Storia, perché l'Argolide contiene una delle più importanti aree
archeologiche di tutta la Grecia, culla della civiltà micenea, con i
resti delle antiche Argo, Mycene, Tirinto, Lerna, Assini, senza
dimenticare il magnifico teatro Epidauro e Nafplio, prima capitale della
Grecia moderna indipendente, ma anche nella zona più “balneare” di Tolo
e Kandia abbiamo resti e testimonianze dell'antichità di un lembo di
terra abitato sin dal paleolitico.
Inquadramento amministrativo e geografico
Dopo la riforma Callicrate (2011), Argolide è Unità Periferica del
Peloponneso, che a sua volta è una delle tredici Periferie della
Grecia. Prima di questo ridisegno amministrativo, Argolide era una delle
sette prefetture del Peloponneso. Adesso in Peloponneso sono cinque le
Unità Periferiche perché Achaia e Ilia sono entrate a far parte della
Periferia della Grecia Occidentale. La riforma ha anche ridotto
drasticamente il numero dei comuni, che in Argolide ora sono solo
quattro: Argo-Mycene, Epidauro,
Ermionida (Ermioni e Kranidi) e Nafplio, che è il
capoluogo, anche il comune più popolato è Argo-Mycene.
Argolide occupa geograficamente la parte nordorientale del Peloponneso,
che forma una penisola, ma amministrativamente una parte di questo
territorio, nonché le isole circostanti, che fanno parte dell'arcipelago
del golfo “Argosaroniko”, è assegnato all'Attica, che
forma una Periferia e una delle sue Unità Periferiche, Isole,
contiene sia i territori del Peloponneso “sottratti” all'Argolide, sia
le isole, compresa Kythira, che si trova in una posizione geografica
molto più a sud e non fa parte dell'arcipelago.
Il territorio dell'Argolide è di 2154 kmq con oltre 108 mila abitanti,
divisi nei quattro comuni. E' un territorio prevalentemente collinare e
montuoso, ma nella sua parte centrale ospita la fertile pianura di Argo.
A nordest (golfo Saroniko), a est e a sud (golfo di Argolide) è
circondato dal mare, mentre a nord e a ovest confina con le Unità
Periferiche della Corinthia e dell'Arkadia.
I due
golfi e le isole Argo-Saroniche
Il golfo Saroniko è opposto al golfo di Corinto e come
quest'ultimo divide la parte continentale della Grecia dal Peloponneso.
Se il golfo di Corinto divide il nord del Peloponneso e in particolare
le Unità Periferiche di Achaia e Corinthia dalla Grecia Occidentale, il
golfo Saroniko divide la penisola nordest del Peloponneso dall'Attica.
In questo golfo troviamo diverse isole, come Salamina, Egina, Agistri,
Poros, la penisola di Methana e diverse isole minori. Se Salamina è
situata nelle immediate vicinanze della costa dell'Attica occidentale,
nei pressi di attività industriali e cantieri navali, le altre isole e
in particolare Poros e la penisola di Methana sono nell'immediata
prossimità della costa settentrionale dell'Argolide, un pezzo di
territorio – come già detto – in qualche modo “sottratto” alla
competenza amministrativa della stessa Argolide e assegnato all'Attica,
tutti territori comunque facilmente raggiungibili via mare dal porto del
Pireo, uno dei motivi per i quali probabilmente si è deciso di assegnare
questi territori all'Attica, essendo nei fatti una vera e propria
“dependance” di Atene e degli ateniesi che acquistano “seconde case” per
sfuggire appena possibile dal caos della metropoli. Questo vero e
proprio arcipelago è arricchito da altre isole, tra cui Hydra, che si
trova a est e non distante dalle coste dell'Argolide, Spetses e la sua
piccola Spetsoula, che si trovano queste ultime all'imbocco del golfo
Argolico. Questo golfo è formato dalla penisola dell'Argolide a
ovest e dalle coste del Peloponneso orientale e in particolare
dell'Unità Periferica di Arcadia a ovest e vede al centro Nafplio.
All'interno del golfo, alcune piccole isole minori, in particolare al
largo di Tolo e Kandia (Romvi, Platia e Psili).
Tutto l'arcipelago prende il nome di “Isole Argo-Saroniche (Nisia
tou Argo-Saronikou)”. Salamina è l'isola più ampia (95 kmq) e più
popolata (poco meno di 40 mila abitanti), la ricordiamo per la battaglia
che fu una delle più importanti dell'antichità, seguita da Egina. Più
piccole e decisamente meno popolate le altre isole. Hydra e Spetses (che
prende il suo nome dalle numerose piante aromatiche che crescono sul suo
suolo) hanno un fascino particolare, perché non è possibile circolare al
loro interno con le automobili, che bisogna lasciare sulla “terraferma”.
A Hydra in particolare non è ammesso alcun veicolo a motore,
mentre a Spetses possono circolare i ciclomotori e un bus che fa
il giro delle spiagge. La prima, dalla caratteristica forma allungata e
coste rocciose, è “l'isola dei capitani” ed è stata per un lungo periodo
un punto di riferimento per gli armatori e per la sua ampia flotta
commerciale, la seconda, decisamente meno aspra e più tondeggiante,
contiene nel suo capoluogo una bella quota di architettura neoclassica
ed è estremamente piacevole percorrere il suo periplo alla ricerca di
spiagge e calette, dove rinfrescarsi con un bel bagno nell'Egeo. Porto
Heli, che si trova nella parte meridionale dell'Argolide, è il punto più
vicino per raggiungere Spetses, anche con numerosi taxi boat, ma anche
per la stessa Hydra e per la non distante Dokos, che si trova fra
Ermioni (Argolide) e Hydra.
Generalmente tutte queste isole sono “battute” da aliscafi che partono
dal porto del Pireo e toccano anche alcuni porti dell'Argolide, come le
citate Porto Heli e Ermioni. Nella parte nordest della penisola,
l'Attica ha “sottratto” un bel po' di territorio, in corrispondenza
della penisola di Methana e dell'isola di Poros. Parliamo di villaggi
come Fanari, Driopi, Kalloni,
Taktikoupoli (sull'istmo che divide la penisola di
Methana) e Galatas (il villaggio che fronteggia Poros),
fino alla punta orientale della penisola. Come tutta la parte
nordorientale dell'Argolide, si tratta di zone verdi, montuose,
panoramiche, tranquilli luoghi di villeggiatura, anche se le spiagge
scarseggiano e talvolta è anche difficile trovarle. Se non si arriva via
mare, sono zone che si raggiungono provenendo dall'istmo di Corinto e
viaggiando in direzione sudest, oltrepassando la zona di Epidauro, che
segna l'ingresso in Argolide dalla Corinthia lungo la strada costiera.
In alternativa, si arriva da sud, cioè Nafplio (viaggiando in direzione
Epidauro) o Kandia, attraversando la penisola.
La penisola vulcanica di Methana (nome che deriva dal gas
metano), raggiungibile percorrendo la strada costiera in direzione
Galatas – Poros, è per sua conformazione piuttosto montuosa, con il suo
picco a circa 750 metri slm. Ha più di trenta crateri, ma l'ultima
eruzione è avvenuta nel 230 a.c., se si esclude l'eruzione di un vulcano
sottomarino nel XVIII secolo. E' considerata (come Milos, Santorini e
Nisiro) un'area vulcanica attiva ed è lecito attendersi in futuro
eruzioni in quest'area, che comprende anche le isole dell'arcipelago
Argo-Saronico. Apprezzate sono le sue fonti termali, rendendo la
penisola dalla caratteristica forma tondeggiante anche un importante
centro del termalismo. Vegetazione fitta all'interno, i villaggi sono
per lo più concentrati sulla costa, con le loro tipiche abitazioni in
pietra. Non mancano le spiagge, anche se va sempre sottolineato che
questa zona della costa dell'Argolide non ha nelle spiagge il suo piatto
forte.
Vale anche per l'isola di Poros, raggiungibile facilmente dal
prospiciente e gradevole villaggio di Galatas, approdando dopo un paio
di centinaia di metri di mare nella sua pittoresca capitale, che occupa
un piccolo isolotto, collegato da un breve e stretto istmo al resto
dell'isola. Quasi tutti gli abitanti di Poros sono concentrati
nell'omonimo capoluogo, il resto dell'isola è molto verde, anche se
recenti incendi hanno un po' compromesso la situazione. Ci sono anche
foreste di limoni, il monastero Zoodochos Pigis, alcune
spiagge sul versante meridionale, ma anche in questo caso decisamente
non all'altezza di ciò che siamo abituati a vedere in Grecia. Non
mancano comunque le strutture turistiche e il miglior modo di vivere
quest'isola, tranquilla e dal territorio non aspro (si sale al massimo
fino a poco più di 300 metri slm), è passeggiare (anche in bicicletta)
in mezzo al verde e alla pace, pensando che in fondo Atene è quasi
dietro l'angolo.
A nord di Methani e Poros, al centro del golfo Saroniko, ecco Egina e
Angistri, due isole sicuramente molto “gettonate”. Angistri è
l'isola che in parte compensa le spiagge che non ci siamo goduti appieno
in questo tratto di mare. Non ampia di dimensioni, poco più di 13 kmq
con un picco inferiore ai 300 metri slm, sembra una di quelle isole
fatte apposta per andare in spiaggia e fare il bagno, senza mettersi
troppi altri pensieri per passare la giornata. Skala,
oltre che il punto d'approdo e il villaggio più importante dell'isola
anche per le accomodation, i negozi, bar ed osterie, è il centro
principale per godere nel migliore dei modi di una ampia punta sabbiosa
esposta a nordovest, con il mare che digrada dolcemente, ma non mancano
certo le alternative. L'isola, oltre che dal Pireo, è facilmente
raggiungibile dalla vicina Egina, la seconda isola più grande e
popolata dell'arcipelago. E' un'isola nel quale il rapporto fra abitanti
e turisti è più sbilanciato sui primi, dunque autentica, praticamente un
sobborgo di Atene, con una costa molto urbanizzata e frequentata,
soprattutto nei pressi del capoluogo, sulla costa nordoccidentale e
nella zona settentrionale. Famosa per la produzione del pistacchio, non
mancano le spiagge, anche se il livello medio non eccelle, se si esclude
quella di Agia Marina, una bella baia esposta a sudest a
forma di semicerchio. Le coste
dell'Argolide: da Epidauro (nord) a Ermioni al golfo Argolico.
Facciamo un passo indietro e torniamo un po' a occidente, sulla costa
nordorientale del Peloponneso, dove termina la Corinthia e inizia
l'Argolide, proprio dei pressi di Epidauro, un luogo famoso per
il suo incredibile antico teatro dall'acustica eccellente, quasi
perfetta, ma anche per un tratto di costa gradevole, che percorriamo per
raggiungere Methani, Galatas, Poros e Hydra Beach. Dall'istmo di
Corinto, imbocchiamo la strada nazionale numero 10 (Istmo-Epidauro) e
dopo una cinquantina di chilometri di panorami molto gradevoli e dolci
saliscendi vicino alla costa entriamo nell'Argolide dalla parte
settentrionale ed approdiamo a Nea Epidauros, il centro
principale del comune di Epidauro, sopravvissuto anche alla riforma
Callicrate del 2011. Val sicuramente la pena di una gita giornaliera, ma
anche fermarsi per una notte, perché oltre al mitico teatro abbiamo la
possibilità di visitare un castello bizantino e anche una
spiaggia piacevole e tranquilla in ciottoli, con acque cristalline e un
contesto paesaggistico di pregio.
Il grande antico teatro di Epidauro dista circa 20 chilometri da
Nea Epidauros, percorrendo una strada interna, oppure seguendo la
costiera fino a Palea Epidauros e salire da lì. Palea Epidauros
è un pittoresco villaggio sul mare con porto, al centro di una
insenatura, anch'esso più che degno di una sosta.
L'antico teatro di Epidauro è una delle principali attrazioni di tutta
la Grecia, una delle zone archeologiche più importanti, anche per lo
stato di conservazione dell'imponente opera architettonica e per la sua
acustica, che lo fanno giudicare il più “perfetto” degli antichi teatri
greci. E' edificato nei pressi del santuario dedicato al Dio greco della
medicina, Asclepio (Esculapio per i romani), figlio di
Apollo e in realtà Semidio (dunque mortale). La sua costruzione è
attribuita all'architetto Policleto il Giovane nel 360
a.c., con una capienza massima di 14 mila spettatori. Assistere agli
spettacoli era considerata anche una “forma terapeutica” per lenire
malanni di natura mentale o anche fisica. Il teatro è tuttora utilizzato
per la messa in scena di drammi teatrali antichi, ma anche di importanti
eventi musicali (si esibì anche Maria Callas nel 1960 con
la Norma e nel 1961 con Medea) e la sua particolare acustica è agevolata
dalla posizione nella quale è stato costruito, ai piedi di colline che
formano una sorta di anfiteatro naturale.
Ringraziando Wikipedia,
dalla cui pagina abbiamo attinto
alcune notizie di base, per gli approfondimenti anche tecnici su questo
bene patrimonio dell'umanità e
protetto dall'Unesco
rimandiamo alla
scheda
prodotta dalla stessa Unesco. Non è l'unica zona di grande rilevanza
archeologica dell'Argolide, avremo occasione di parlare di Mycene,
Tirinto e altro.
Ci spostiamo ora sul breve tratto di costa orientale della penisola,
proprio di fronte all'isola di Hydra, dove troviamo alcune spiagge, tra
le quali Hydra Beach, dove vi sono alcune strutture turistiche,
tra le quali un resort per vacanze “all inclusive”, nel quale abbiamo
trascorso una piacevole settimana nel 2012, quando era ancora affiliato
a un tour operator italiano. Ora siamo nel 2020, quindi parliamo del
Barcelò Hydra Beach Resort
in Thermisia, un moderno complesso turistico che non ti fa dimenticare
di essere in Grecia, offrendoti una struggente vista a est dell'isola di
Hydra e delle comode e gradevoli spiagge, da alternare alle tipiche
confortevoli piscine di un resort. Naturalmente, tra le escursioni
proposte spicca la visita all'isola, che dà anche il nome alla struttura
e alla spiaggia. Di solito organizzano pacchetti che comprendono il
volo, con i transfer fino al resort. Nel 2012 veniva utilizzato un
traghetto dal Pireo, che approdava al molo del resort. Ora, da quel che
si legge sul sito, viene offerta la possibilità di prenotare un'auto a
noleggio dall'aeroporto e muoversi autonomamente sino al villaggio, o in
alternativa taxi fino al Pireo, poi aliscafo fino alla vicina Ermioni e
di nuovo taxi.
Ermioni
(che con Grevena costituisce uno dei quattro comuni dell'Argolide) è un
piccolo e pittoresco villaggio con meno di 5 mila “anime”, con la sua
insenatura, in corrispondenza dell'isola di Dokos, il suo
porto, che accoglie gli aliscafi provenienti dal Pireo e le numerose
imbarcazioni da pesca o da diporto, la sua spiaggia cittadina e quelle
nelle vicinanze. Ermioni è citata nell'Iliade e inizialmente era sotto
il dominio dei micenei, per poi passare con Sparta e decadere molto più
tardi, dopo la caduta dell'impero romano d'occidente. Da Galatas a
Ermioni ci sono circa 40 chilometri, quasi tutti percorrendo una strada
costiera, passando anche da Thermisia (Hydra Beach) che si
trova a 29 chilometri da Galatas, una zona nella quale non mancano
strutture ricettive e porticcioli turistici.
Oltre a Ermioni si procede verso ovest e si entra nel golfo Argolico, in
prossimità di Porto Heli, un'altra località piuttosto vivace al
lato sud occidentale di un grande promontorio con coste molto
frastagliate che vede al centro la città di Kranidi. Porto Heli è
un porto naturale, per la sua piccola baia chiusa, che contiene anche
una spiaggia, costruita in parte su un piccolo promontorio a sudovest. A
sudest invece un altro promontorio, più ampio, che offre diversi accessi
al mare, tra cui alcune spiagge di buona qualità, come paralia
Kinitsas, paralia Kosta, Chrissi Akti,
Agios Emilianos, Kounoupiou. Prende il nome
dall'antica città di Halieis, ma Porto Heli oggi è prima di tutto un
centro balneare, che trae vantaggio anche dalla sua posizione molto
comoda per raggiungere l'isola di Spetses, ma anche sulle rotte che
conducono alle altre isole Argosaroniche e al Pireo. Numerosi sono i
resort e le accomodation di vario tipo in quest'area dell'Argolide. Qua
il mare torna ad essere l'elemento più importante della vacanza.
Il promontorio di Kranidi offre altre spiagge procedendo
verso ovest, in direzione Nafplio e Tolo, tra le quali va sicuramente
citata Vrochitsas, in prossimità del villaggio di Doroufi,
in una piccola insenatura sabbiosa delimitata da rocce, considerata la
più bella della zona. Procedendo a nord troviamo altre spiagge in
ghiaia, fino a paralia Salandi, con piccoli ciottoli bianchi in
una ampia insenatura, considerata anche questa una delle più belle
spiagge di tutta la regione, con uno scenario particolare di un albergo
in stato di abbandono.
Dopo Salandi, la strada costiera diventa uno sterrato di difficile
percorribilità e per raggiungere Kandia occorre passare dall'interno,
percorrendo una cinquantina di chilometri, almeno quattro volte tanto la
distanza in linea d'aria.
Praticamente si gira intorno ad un'area di interesse ambientale, che
termina con un tratto di costa lasciato intatto.
A Kandia ci siamo fermati perché abbiamo alloggiato al
Kandia's Castle Resort,
che si trova fronte mare, quasi alla fine della lunga paralia
Kandia, un lungo litorale sabbioso, sicuramente meno affollato
rispetto alla più rinomata Tolo, per la quale la zona di Kandia è
comunque una buona base d'appoggio (ci sono circa 15 chilometri in
direzione ovest), così come per Nafplio. La spiaggia di Kandia è in
sabbia, mista a ciottoli, il mare è come quasi dovunque trasparente, ci
sono tutte le attrezzature (ombrelloni, lettini, servizio bar) ma anche
centinaia e centinaia di metri di spiaggia libera. Anche nei dintorni di
Kandia ci sono stati ritrovamenti che testimoniano che la zona era
abitata sin da epoca molto antica; siamo peraltro nei dintorni di
Assini. Sulla collina di Agia Eleoussa ci sono le rovine
dell'acropoli dell'antica Kandia (epoca micenea), mentre in paese si
trova una casa torre abitata da un alto funzionario turco durante
l'occupazione (la torre di Aga).
Da Kandia, andando verso sudest, si arriva a Iria, un villaggio
costruito nel XIX secolo da rifugiati cretesi (ai tempi di
Kapodistrias), su un sito che però era stato popolato anche
nell'antichità. Ci sono alcune chiese, una anche antica, le rovine di
una torre e nelle vicinanze un monastero incastonato nella roccia, il
monastero di Agiou Dimitrou Avgo, situato sulle montagne
fra Iria e Salandi. Iria ha una lunga spiaggia, mista ma prevalentemente
ghiaiosa. Un lido ancora più tranquillo e lontano dai clamori rispetto a
Kandia.
Procedendo invece da Kandia in direzione ovest verso Tolo, circa a metà
strada incontriamo Vivari, un pittoresco villaggio di pescatori
con alcune taverne sulla laguna, che in realtà è un tratto di mare
chiuso da una stretta penisola che parte proprio da oltre il litorale di
Tolo. Le piccole spiagge ghiaiose consentono poco più di un veloce
bagno, ma lo scenario è davvero incantevole ed è un piacere mangiare in
queste taverne davvero a pochi centimetri dal mare. In tutta questa zona
ci sono
parecchi campeggi: a Kandia, a Iria,
naturalmente anche a Vivari e nei pressi di Tolo. Prima di arrivare a
Vivari ci si può fermare a paralia Kondyli, una bella e
lunga spiaggia di ghiaia, con acqua cristallina e una bella scenografia
naturale, probabilmente nella top 5 fra le spiagge dell'Argolide.
Siamo ormai nella zona più frequentata dell'intera Argolide, soprattutto
durante la stagione estiva, che vede in Tolo la principale località
balneare della regione, ma alle spalle, a una decina di chilometri da
Nafplio, troviamo graziosi villaggi immersi nelle verdi colline,
coltivate ad agrumi, come Drepano, costruita in mezzo ai
mandarini e Assini, famosa per la sua lunga storia, anch'essa
immersa fra aranci, ulivi e mandarini, ai piedi di un'alta montagna
dalla forma di un uovo, in cima alla quale è visibile la cappella del
Profitis Ilias, che illuminata la sera dà un pittoresco effetto
scenografico. L'acropoli della Antica Assini fu popolata
sin dal V millennio a.c.. I primi scavi dell'acropoli e della “città
bassa”
furono eseguiti da una spedizione archeologica svedese negli anni
20 del secolo scorso. Molti dei reperti sono stati portati in Svezia,
altri invece sono esposti al museo archeologico di Nafplio. La nuova
Assini invece è un proliferare di studios, appartamenti da affittare,
seconde case, alberghi, destinati ai turisti che soggiornano in questa
parte dell'Argolide, resa anche attraente dalle sue belle spiagge. Prima
di entrare in Tolo, ne abbiamo un paio: Plakas è in
pratica la spiaggia di Drepano e paralia Assini lo dice il
nome stesso a chi fa riferimento. Sono spiagge miste, prevalentemente in
ciottoli.
Eccoci finalmente a Tolo, il principale centro balneare
dell'intera Argolide, un villaggio costruito ad anfiteatro su una baia
piuttosto aperta ma ben delimitata dalla prospiciente isola di
Romvi, un tratto di mare citato anche nell'Iliade da Omero,
riferendosi alla potenza navale di Agamennone. Il nome di
Tolo fu assegnato a questo villaggio per la prima volta nel 1200 da un
vescovo franco e una seconda volta nel 1686 dall'ammiraglio veneziano
Morosini, che approdò qua da Creta con l'intento di liberare
Nafplio. La già citata isola di Romvi e il piccolo isolotto di
Koronisi (che ospita la chiesa dei Santi Apostoli) fanno parte
del panorama di Tolo, che offre anche una spiaggia dorata
lunga due
chilometri, che percorre tutto il suo trafficato lungomare, affollata,
attrezzata, con il fondale che digrada dolcemente, così apprezzata dal
pubblico di ogni età, tranne chi pretende la tranquillità. Sport
acquatici, parchi giochi e night life sono argomenti che convincono
anche le nuove generazioni. Numerosi sono gli hotel affacciati sul mare,
numerosissime in generale le accomodation e le varie attività che
contraddistinguono una frequentatissima località balneare. Il mare qua è
tendenzialmente calmo e anche gli ammiragliati tedeschi e italiani
fecero base durante la seconda guerra mondiale, una presenza ingombrante
e di certo a ragione non gradita dalla popolazione locale. Dopo la
guerra non ci è voluto molto ai laboriosi abitanti della zona per capire
l'importanza del turismo (il primo albergo è stato edificato nel 1954),
oltre naturalmente alla pesca. Ora si contano almeno 7500 posti letto a
disposizione dei turisti, più o meno il triplo della popolazione
residente. E quando ci si stanca del mare, a dieci – quindici minuti c'è
la splendida Nafplio e a mezzora di auto si raggiungono tutti i
principali siti archeologici della regione, da Epidauro a Mycene.
Non solo mare: Nafplio e le zone
archeologiche attorno Argo e Mycene.
Nafplio
(Nauplio, Nauplia, Nauplion, Anapli sono alcune delle varie
denominazioni di questa città) è la capitale dell'Argolide, ma anche una
delle città più belle, più visitate e conosciute di tutta la Grecia,
attraendo turisti praticamente in ogni periodo dell'anno. Secondo la
leggenda, la città prende il nome dal suo fondatore, Nauplios, figlio di
Poseidone e Amimoni. Nei tempi antichi Nafplio era un centro secondario
rispetto a Argo, che la utilizzava come porto (periodo VII secolo a.C.).
Durante l'epoca bizantina (dal XI secolo d.C. in avanti) la città ebbe
una fioritura, grazie soprattutto ai commerci. Dopo di che, subì, come
il resto della Grecia, le varie occupazioni (Franchi, Veneziani,
Ottomani). Durante la prima occupazione dei veneziani (che la chiamavano
Napoli di Romània) la città prese la forma attuale, quando,
verso la fine del XV secolo, furono costruite in mare delle banchine
artificiali per permettere la costruzione della città bassa in aree fino
a quel momento inabitabili, che oggi corrispondono al centro storico
della moderna Nafplio. Di quell'epoca anche la costruzione del
Castello di Toro e il Bourtzi, una fortificazione
veneziana edificata al centro della baia. Durante l'occupazione turca,
Nafplio divenne (durante il XVII secolo) quartier generale del
comandante turco Mora-Pasha e capitale di tutta la regione del
Peloponneso, ma verso la fine del secolo i veneziani, guidati dal
generale Francesco Morosini, ripresero in mano la città, dandole
ulteriore splendore (la fortezza di Palamidi è l'opera più
importante di quel periodo), ma circa trent'anni dopo passò di nuovo
nelle mani turche, cadendo in declino, anche per lo spostamento a
Tripoli della sede del Pascià dell'epoca. La fortezza di Palamidi,
costruita sulla cresta di una collina di 216 metri slm che domina
Nafplio (arte barocca, ingegneri Giaxich e Lasalle), divenne un bastione
importante durante l'ultima occupazione turca e, dopo diversi mesi di
assedio, cadde la notte del 29 novembre 1822 grazie ad un'operazione a
sorpresa del generale greco Staikos Staikopoulos. Da quel
momento la città riprese un vorticoso sviluppo, accogliendo anche
numerosissimi rifugiati dalle zone vicine, ancora sotto il dominio
turco. La città assunse un aspetto architettonico neoclassico, divenne
un elegante salotto anche dal punto di vista culturale, raggiungendo il
suo apice quando divenne la capitale del nuovo stato greco dal 1827 al
1834. Ioannis Kapodistrias, primo governatore di Grecia, si
insediò a Nafplio l'8 gennaio 1828. Il 27 settembre 1831 Kapodistrias fu
assassinato all'esterno della chiesa di Agios Spiridon e il 25 gennaio
1833 arrivò acclamato in città il primo Re, Ottone di Grecia,
che tuttavia a fine 1834 trasferì “armi e bagagli” nella nuova capitale
Atene. Uno “sgarbo” che evidentemente lasciò il segno sugli abitanti
della città, che nel 1862 organizzarono la “Nafpliaka”, una rivoluzione
proprio contro lo stesso Re.
Numerosi sono i punti di interessi di Napflio e passeggiare nel suo
centro e sul suo lungomare è davvero piacevole. E' rimasta intatta
l'eleganza dei vecchi caffè e l'atmosfera che rende questa città
interessante dal punto di vista culturale, più di tante altre in Grecia.
Abbiamo citato l'impressionante fortezza di Palamidi, che domina
dall'alto e l'affascinante Bourtzi (nome dato dai turchi che significa
torre, ma costruito dai veneziani nel 1473, grazie all'architetto
Antonio Gambello), “il forte sul mare”, che sembra quasi miracolosamente
galleggiare in mezzo alla baia al centro del golfo Argolico, proprio
perché prende rigorosamente la forma dell'isola sul quale è edificato,
con una torre esagonale al centro, munita di feritoie per cannoni.
Modificato da un architetto tedesco, a metà anni 30 divenne un hotel e
oggi si può ancora visitare.
Durante la passeggiata “è obbligo” camminare sul Megalo Dromos
(grande strada, che oggi è intitolata a Vasileos Kostantinou) costruita
durante il governo di Kapodistrias, contornata da edifici in stile
neoclassico, che porta dalla piazza principale (Syntagma),
sede della residenza del Governatore, all'arsenale veneziano, oggi
trasformato in museo. Assieme alla parallela Staikopoulou, megalo dromos
è la strada principale per il passeggio, per i negozi e per bere un
caffè.
Ancor più suggestiva è la passeggiata sulla “promenade Arvanitia”,
più conosciuta dai locali che dai turisti, che si distende sul mare ai
bordi delle rocce dell'acropoli di Napflio. Il selciato parte al termine
del porto e si distende verso est in direzione di piazza Arvanitia (nome
che prende il nome degli albanesi che, prima dei veneziani, occuparono
le terre ad est di Nafplio). Sotto la piazza c'è una spiaggia
attrezzata, ma proseguendo il cammino a oriente si raggiunge la bella
spiaggia di sabbia di Karathona.
Altre cose da vedere sono la scultura del Leone di Baviera,
la Acropoli, le chiese di Agios Georgios,
Agios Nikolaos, Agios Spiridon, Agia Sofia, Panagia, Agii Pandes,
le piazze Syntagma, Kapodistrias, Philellinon, tre Ammiragli e
le varie costruzioni e residenze in stile neoclassico.
Per ulteriori approfondimenti:
https://nafplio.gr/en/
Numerosi sono i siti archeologici nei dintorni di Nafplio e nell'area
della piana di Argo. A meno di cinque chilometri da Napflio e a otto
chilometri da Argo, troviamo Tirinto (Tiryns), un'antica città
costruita su una piccola altura nella parte sudorientale della piana di
Argo, della quale sono sopravvissuti alcuni resti archeologici, tra cui
le famose mura e le rovine del Palazzo reale. Fa parte dei
patrimoni dell'umanità dell'Unesco (la
scheda sul sito Unesco).
Tirinto è stata abitata sin dal neolitico. Secondo la mitologia, Tirinto
era il figlio di Argo e nipote di Zeus. E' durante l'età del bronzo che
vengono costruite le mura “ciclopiche” che proteggono la
città, che vive il suo periodo di splendore durante l'età micenea.
Secondo la mitologia, Preto, fratello di Accrisio, re di Argo, in fuga
proprio dal fratello, fu aiutato dai Ciclopi nella costruzione delle
mura. La leggenda poi collega Tirinto a Eracle (Ercole),
come luogo in cui il forzuto eroe della mitologia greca venne a espiare
le sue colpe, con le dodici fatiche. Comunque sia, durante
il V secolo a.C. la potenza della vicina Argo ha la meglio e la città
(come avviene anche per Mycene) viene distrutta e gli abitanti esiliati,
in parte nella stessa Argo e in parte, si dice, per fondare Halieis
(quella che oggi è Porto Heli). Il sito: Tirinto, situato 20 km a
nord-est di Mycene in prossimità del Golfo Argolico, è un ottimo esempio
della civiltà micenea. La fortificazione della collina, completata alla
fine del XIII secolo a.C., circonda la cittadella con un perimetro
totale di circa 750 m. Le imponenti mura, costruite con pietre ancora
più grandi di quelle di Mycene, sono spesse fino a 8 m e alte 13 m, una
creazione che va oltre le facoltà umane, come rivela la parola
"ciclopiche" – costruite da Ciclope, i giganti mitici di Lycia – ai
quali l'epica di Omero ha attribuito la costruzione.
Midea
(a 14 chilometri da Nafplio in direzione nord), la cui area archeologica
è stata ricavata da scavi in epoca più recente, è considerata la terza
acropoli fortificata, in ordine di importanza, della
civiltà Micenea (dopo Mycene e Tirinto) ed è collegata con la vicina
Dendra, dove è venuto alla luce un cimitero, sempre di
epoca Micenea. L'acropoli è costruita su una collina conica di circa 270
metri slm, in una posizione dominante rispetto alla pianura che va da
Mycene a Tirinto e all'intero Golfo Argolico e a questa posizione si
deve la sua importanza. Le mura ciclopiche racchiudono un'area di 24000
mq e le due porte sono sul lato est e ovest della fortificazione. Il
vicino cimitero di Dendra, i cui scavi sono cominciati nel 1926 e hanno
dato alla luce, per il momento, a sedici tombe e una volta, è anch'esso
di epoca Micenea. Le tombe sono di varie dimensioni e il loro
ritrovamento ha permesso di rinvenire alcuni oggetti dell'epoca micenea
costruiti con vario materiale, come gioielli, utensili, armi in oro,
argento, rame, avorio, alabastro, ceramiche e altre pietre, oltre ad
aiutare nella comprensione della complessità di quella civiltà, nonché
dei rituali funebri.
Il sito archeologico di Mycene, si trova a nord di Argo, da cui
dista circa 15 chilometri, e di Nafplio, a circa 24 chilometri, nella
parte alta della pianura di Argo. Con Tirinto (con la quale condivide il
riconoscimento Unesco di Patrimonio dell'Umanità -
la scheda sul sito Unesco)
formava la coppia di centri più importanti della civiltà Micenea, due
città protette da imponenti fortificazioni, ma anche rinomate per lo
sviluppo tecnico e artistico, per la loro ricchezza
spirituale, che si diffuse in tutto il mondo mediterraneo tra il 1600 e
il 1100 a.C. e che svolsero un ruolo vitale nello sviluppo della cultura
greca classica. Il sontuoso sistema amministrativo, l'architettura
monumentale, gli imponenti manufatti e le prime testimonianze di lingua
greca, conservati su tavole lineari B, sono elementi unici della cultura
micenea; una cultura che ispirò il grande poeta Omero a comporre
le sue famose poesie epiche. La “polis” di Mycene, con la sua
posizione strategica per il controllo della pianura dell'Argolide, è il
regno del mitico Agamennone e il più importante e ricco centro
della tarda età del bronzo in Grecia. Il suo nome è stato dato a una
delle più grandi civiltà della preistoria greca, la civiltà micenea,
mentre i miti legati alla sua storia, ai suoi governanti e ai loro
famigliari (come Klytennestra, Ifigenia, Elektra, Oreste) hanno ispirato
poeti, scrittori e artisti per molti secoli, dall'antico ai tempi
contemporanei. Testimonianze architettoniche significative sono ancora
visibili nel sito, come le massicce mura difensive, le
tombe di alcuni Re, corredi funebri (come la maschera
di Agamennone) e altri tesori, la tomba dello stesso Agamennone,
il palazzo reale e la Porta dei Leoni, in
un'acropoli di forma triangolare. Secondo la mitologia, fu Perseo
(figlio di Zeus e Danae, figlia del re di Argo Acrisio) a fondare la
città, che poi diede il nome – come già scritto – alla civiltà dei
Micenei, conosciuti anche con il sinonimo di Achei. Mycene
ha una storia del tutto simile a quella già descritta per Tirinto e sono
tantissime le mitologie che fanno riferimento a questa città. Gli scavi,
come per Tirinto, avvennero nella parte finale del XIX secolo, grazie a
una equipe archeologica tedesca, anche se il lavoro era stato già
iniziato qualche decennio prima da archeologi greci.
Argo
si trova al centro della pianura argolica, a circa 13 chilometri a
nordovest di Nafplio. E' una città di circa 30 mila abitanti, che ha
avuto nell'ultimo millennio un'evoluzione storica simile ai territori
circostanti dell'Argolide, dominata da un Kastro costruito
sulle rovine dell'acropoli in cima alla collina di Larissa,
edificato dai Franchi, poi modificato dai turchi e dai veneziani. Città
vivace dal punto di vista agricolo, commerciale e del turismo,
sfruttando la vicinanza con il mare ed i centri archeologici e turistici
situati a pochi chilometri di distanza. Fra le cose da vedere, oltre
alla fortezza, il teatro greco (320 a.C.), il
museo archeologico e la cattedrale ortodossa di Agios
Petros. Nell'antichità Argo, che dà il nome alla regione, ha
avuto un ruolo importante. Il suo nome deriva chiaramente da Argo,
figlio di Zeus e Niobe, che divenne Re della città (Foronea) poi
rinominata. Edificata in un'area strategica e fertile durante l'età del
bronzo, Argo ottenne
l'egemonia su tutta l'area dopo l'epoca Micenea,
diventando la seconda città del Peloponneso e una delle città più
influenti della Grecia antica, raggiungendo la massima espansione nel
VIII secolo a.C.. Fra il VIII e il VI secolo a.C. l'influenza si allargò
a buona parte del Peloponneso, strappando Olympia e la stessa
organizzazione delle Olimpiadi all'Elea. In questo periodo fu fatta
“piazza pulita” su ciò che rimaneva di Mycene e Tirinto, mentre Nafplio
divenne il porto di Argo. Dopo questo periodo, iniziò la decadenza,
subendo l'ascesa degli spartani e dei corinzi. Infine, nella parte meridionale dell'Argolide, 13 chilometri a sud di Argo, al lato opposto del Golfo Argolico rispetto a Nafplio, il villaggio di Lerna (abitato sin dal neolitico) è testimonianza di un'antica leggenda, derivante dalla vicina palude, che custodiva la famosa Idra, mostro a nove teste e Carcino, un'altra figura mitologica descritta a forma di granchio, che impegnarono Ercole nella seconda delle sue “fatiche”. |